La mediazione funziona? E’ uno strumento efficace? Sarà il futuro del diritto processuale civile? Per citare Manzoni, ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo come riportato anche dall’Osservatorio sulla Mediazione Civile, sono state rese note le nuove statistiche ministeriali sulla mediazione (rilevazione statistica con proiezione nazionale a cura del Dipartimento della Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi – Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa) relative al periodo 1 gennaio – 30 giugno 2020 .

Nel semestre di riferimento, riporta l’Osservatorio, si sono registrati 55.417 procedimenti iscritti.  Al riguardo viene posto in evidenza, in relazione ai primi cinque semestri precedenti, un netto calo dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19.

A tale riguardo ci sembra però quantomeno approsimativa un’analisi de Il Sole 24 Ore, uscita qualche settimana prima rispetto a quanto riportato rapporto dell’Osservatorio, secondo la quale il lockdown indebolirebbe lo strumento della mediazione. La motivazione infatti, sarebbe più nel lockdown in sé,e cioè che la mediazione ha subito un rallentamento come tutte le altre forme di lavoro, rispetto a una controtendenza nell’ultilizzo di questa modalità anche prima della pandemia.

Sempre l’Osservatorio sulla Mediazione Civile infatti riporta che: “anche i dati relativi a alle mediazioni che superano il primo incontro (il 46,9% dei casi)  risultano sostanzialmente in linea con le ultime rilevazioni ministeriali e si ribadisce pertanto, che alle parti conviene svolgere con fiducia e serietà il tentativo conciliativo, senza fermarsi al primo incontro dove, nel periodo preso in esame l’aderente compare nel 44,9% dei casi. Si tratta di un dato il leggera diminuzione rispetto alle rendicontazioni precedenti. Sempre in tali casi (ovvero in caso di aderente comparso), nel 28,7% dei procedimenti si raggiunge l’accordo conciliativo.”

L’analisi del quotidiano di Confindustria riporta in ogni caso due dati da non sottovalutare: la limitata partecipazione al primo incontro, spesso è senza conseguenze perché i giudici applicano poco le sanzioni, anche pecuniarie, previste dal Dlgs 28/2010. Pesa inoltre il fatto che siano una minoranza le mediazioni volontarie (l’11% di quelle concluse nel 2019) e quelle fatte per ordine del giudice (l’1%).

Tornando al rapporto presentato dall’Osservatorio sulla Mediazione Civile, tra le controversie maggiormente trattate in mediazione rimangono quelle in tema di diritti reali (14,3%), condominio (11,4%), contratti bancari (11,3%) e locazione (10,9%). Si tratta di dati sostanzialmente in linea con le ultime rilevazioni ministeriali e, quindi, di un dato di fatto ormai consolidato.  A tali materie, si aggiunge, come dall’inizio dell’anno, quella dei contratti assicurativi (16%).

Tra le controversie nelle quali si registra una maggiore percentuale di comparizione dell’aderente (superiore al 50%)” riporta ancora l’Osservatorio “si confermano quelle che riguardano rapporti familiari, nonché le liti relative, in generale, a rapporti sociali o contrattuali, destinati a durare nel tempo, caratterizzati dalla particolare rilevanza soggettiva delle parti (successioni ereditarie, divisione, diritti reali, condominio, affitto di aziende, locazione). La maggiore percentuale di raggiungimento dell’accordo conciliativo si registra quando la mediazione viene svolta, presumibilmente, prima dell’instaurazione del processo: mediazione volontaria o facoltativa, col 40% di successo (dato che sale al 59% di procedimenti che si chiudono con l’accordo quando le parti accettano di incontrarsi per un tentativo di conciliazione) e mediazione c.d. obbligatoria ex lege o ante causam, esperita correttamente prima dell’esercizio dell’azione civile, col 30% di successo (dato che sale al 70% di procedimenti che si chiudono con l’accordo quando le parti accettano di incontrarsi per un tentativo di conciliazione). I casi in cui più difficilmente si giunge all’accordo sono invece quelli in cui le parti vengono inviate in mediazione dal giudice (invio in mediazione in quanto materia soggetta a mediazione c.d. obbligatoria, ovvero mediazione demandata).”

A lato di questa analisi che comunque si basa su dati del Ministero della Giustizia raccolti su base nazionale, occorre fare una precisazione di tipo geografico oltre che relativa ai singoli organismi. E’ infatti un dato inoppugnabile che alcuni organismi abbiano avuto un incremento delle mediazioni rispetto ai periodi precedenti, così come, a seconda delle regioni di appartenenza, i dati variano in termini di aumento o di diminuzione dei casi.

Sarebbe dunque il caso di affermare che il ricorso alla mediazione varia in relazione alla qualità dell’offerta sia in termini di organismi presenti sul territorio, sia in termini di qualità del servizio offerto.