“Come posso andare avanti così?”

 

Questa domanda attanaglia la mente di chiunque si trovi a vivere un conflitto familiare molto acceso. Col passare del tempo si diventa mentalmente obesi e le emozioni sembrano sopraffare, indomabili…

L’esempio dell’acqua, aiuterebbe a fluire con più facilità, anche quando veniamo intrappolati nei vortici viscosi e turbolenti dei conflitti. Essere umili, invece, come l’acqua, potrebbe tornare utile.

“Ma come posso essere umile in un conflitto? Potrei essere schiacciato…”

Si tenga presente che tutti i fiumi prima o poi arrivano all’oceano…

“Perché?!”

Perché l’immensità dell’oceano è più basso di loro…

Quando si è dentro un conflitto familiare – essere umili come l’acqua –  significa pensare in maniera costruttiva, significa contemplare – laddove necessario – la possibilità di rivolgersi a terzi esperti qualificati, che possono mettere a disposizione le loro competenze (esempio: il mediatore familiare!).

Anche per litigare, serve sapere come fare…!

Ma torniamo all’acqua e a quella bella sensazione di benessere che ci dona l’immaginare la stessa che fluisce pulita e limpida…

Ahi!!!! Un ostacolo! Due, tre…

Lungo il suo corso vi sono più massi

a causa di una frana…

Addirittura all’acqua non va sempre tutto liscio…

Con la differenza, però, che l’acqua

quando scorre decisa verso una roccia,

non si ferma;

Scivola attorno alla seconda, senza infastidirsi, senza agitarsi.

L’acqua, quando incontra un ostacolo, trova una qualche soluzione!

“E noi? Noi cosa possiamo fare quando non riusciamo ad avanzare a causa dei problemi legati al conflitto familiare?”

Se prendessimo ancora una volta esempio dall’acqua, potremmo pensare di lavorare al problema in armonia con l’ambiente circostante…

“Ma come?”

“In che modo posso impegnarmi armoniosamente se lo scontro è giornaliero e se l’altro non collabora o addirittura mette imponenti ostacoli sul mio cammino?”

 

 

 

L’acqua è aperta, disponibile al cambiamento. A seconda della temperatura può essere liquida, solida o gassosa. Quindi è un elemento che si adatta al recipiente che la contiene. Questa flessibilità l’ha resa duratura nei secoli, nonostante tutti i cambiamenti ambientali.

“Quindi ciò significa che anche noi possiamo essere flessibili al cambiamento!?”

Certo! Due ex partner, ad esempio, possono attraversare, con più consapevolezza e fiducia, il momento di difficoltà, legato alla separazione e/o al divorzio, non solamente facendo tesoro delle loro risorse interiori (umiltà, disponibilità e spirito collaborativo – come l’acqua -), ma anche  avvalendosi del prezioso contributo della mediazione familiare.

La  mediazione familiare, infatti, offre agli ex partner un accompagnamento nel percorso di riorganizzazione della propria famiglia, al fine di raggiungere una soluzione duratura, in grado di soddisfare i bisogni di ciascun componente del nucleo familiare.

 

La mediazione familiare mette al centro il benessere dei figli, puntando sull’impegno e sul coraggio dei clienti.

Ogni famiglia è diversa dall’altra, ogni conflitto è diverso dall’altro, per questo, in mediazione familiare, si cerca di rispettare questa diversità, senza imporre precisi schemi comportamentali.

E’ un istituto per gli illuminati. Per chi scandaglia in profondità emergendo ed elevandosi per ammirare nuovi orizzonti…

 

“Il sommo bene è come l’acqua. L’acqua ben giova alle creature e non contende.

Nel restare s’adatta al terreno.

Nell’essere s’adatta all’abisso.

Nel dire s’adatta alla sincerità.

Nel confrontare s’adatta alla gentilezza.

Nel governare non controlla.

Nel muoversi s’adatta alle stagioni.

Proprio perché non contende, non viene trovata in colpa.”

Tao Te Ching – Passage #8